Alex Martino: “Lavoriamo al Protti 365 giorni all’anno”
Domani inizierà la 22a edizione del Memorial “Flavio Protti”, ormai uno dei tornei di riferimento del calcio giovanile romagnolo e nazionale, capace di attirare le migliori formazioni italiane ma anche mondiali (ultima della serie l’Arsenal). Ma come ha fatto in oltre 20 anni di vita questo torneo a diventare “il Protti”, una sorta di brand riconoscibile dagli addetti ai lavori? Lo abbiamo chiesto ad Alex Martino, presidente del Sant’Ermete da 13 anni nonostante di anni ne abbia meno di 40. Martino. “Per pigrizia e per incapacità la mia avventura col calcio giocato è durata pochissimo – esordisce Martino, detto “Tino” – mentre quella dietro la scrivania parte con la gavetta da raccattapalle nei campi di grano durante i primi Memorial Protti e guardalinee sotto ogni tipo di clima alle partite del Sant’Ermete. Ora sono a 13 anni da presidente e 18 in società”.
Il presidente del Sant’Ermete organizza questo evento assieme a Maurizio Molari, factotum della squadra nonché ideatore del torneo, che oggi vede al via addirittura 36 squadre. Ma quando iniziano i preparativi del torneo? “La preparazione del Torneo non si ferma mai: 365 giorni su 365 (sì, se capita anche a Natale) lavoriamo alla buona riuscita di questo evento. Partendo dallo spunto e dalla condivisione di idee davanti ad una birra, alle visite presso i centri sportivi o le sedi delle società per gli inviti, passando per la continua e inevitabile ricerca di fondi”.
Alle prime edizioni hanno partecipato soprattutto squadre locali, ma già nel 2007 il Protti ha iniziato ad assumere un peso diverso, grazie all’arrivo di club di Serie A come la Fiorentina, a cui hanno fatto seguito nelle edizioni successive – tra le altre – Empoli, Atalanta e Juventus, fino ad arrivare al Real Madrid nel 2010. “Ci siamo arrivati con la giusta follia e ambizione, e si può notare già solo guardando il crescendo di importanza di squadre dell’albo d’oro, siamo partiti la prima edizione nel 2004 con la finale Verucchio-Viserba, passando poi per la finale del 2007 Bellaria-Fiorentina dove per la prima volta partecipava una squadra di serie A, e dove nel Bellaria vinceva il premio di miglior giocatore Mattia Zaccagni, ora capitano della Lazio, fino a portare per tre volte il Real Madrid, il Manchester City, il Benfica, squadre dall’Australia, e da ogni parte del mondo”.
Per Martino e Molari sono 20 anni di impegno, fatica e costanza, che sfociano anche in tanti momenti da ricordare. “I complimenti che mi piace ricordare sono due, entrambi arrivati da due addetti ai lavori. Uno riguardava noi e tutto l’enorme staff di collaboratori: “L’ospitalità di voi romagnoli è unica, si vede che lo fate col cuore”. L’altro invece riguarda il livello a cui è arrivato il Torneo, non mi piace attaccarmi medaglie ma hanno centrato proprio il punto: “Il Memorial Protti a differenza di numerosi altri tornei non è puro business, ma la parte sportiva è ancora quella predominante”.
Allestire una manifestazione con sempre più partite e formazioni internazionali, significa fronteggiare anche un numero crescente di possibili problematiche. Anche quelle che esulano dal discorso sportivo o logistico. “Se parliamo della difficoltà più grande affrontata, è stata sicuramente decidere di iniziare, e portare a termine l’edizione del 2023, che si svolgeva, e si portava ancora gli strascichi, dell’alluvione che colpì l’Emilia Romagna e le nostre zone in particolare. Fu una decisione difficile quella del “show must go on”, però era una segnale nel nostro piccolo che ci sembrava giusto dare”. Ma nel weekend del Protti, di cosa vi occupate in particolare? “I tre giorni del torneo, come accennavo all’inizio, sono il rush finale di un lavoro che dura un anno. Per cui corriamo da ogni parte ininterrottamente affinchè tutto funzioni alla perfezione, consapevoli però di essere nelle buonissime mani di tutto il nostro staff di collaboratori che non finiremo mai di ringraziare”.